Dopo il successo parigino la mostra giunge alla Reggia di Venaria, modificata e ampliata per il pubblico italiano grazie alla collaborazione del Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale.
È una storia di vera “vita quotidiana” (la prima delle 10 sezioni tematiche della mostra) a presentarsi allo spettatore: la collezione privata della famiglia Bracci Testasecca offre una preziosa testimonianza di come ancora oggi la lanterna magica abbia superato indenne l’avvento del cinema, della televisione e dell’immagine elettronica, e continui a strappare esclamazioni meravigliate alle vecchie e nuove generazioni. Tra i molti temi trattati, l’astronomia ha un ruolo centrale: immagini con eclissi di Sole e di Luna, movimento dei pianeti, costellazioni, asteroidi
popolano le proiezioni luminose e diffondono la conoscenza dei corpi celesti.
Lo dimostra l’importante collezione di vetri astronomici conservata dal Museo e il video realizzato dal Planetario di Pino Torinese che alterna, in un avvincente confronto, immagini odierne tratte dal loro database a quelle dei vetri ottocenteschi. La lanterna magica ha destato l’interesse degli scienziati, ma anche quello di pittori, scenografi, coreografi, maghi, ombromani che l’hanno utilizzata per i loro spettacoli. E ancora oggi, l’antica scatola magica rivive tra le mani dell’artista Ugo Nespolo che le dedica alcune opere, appositamente create per l’edizione italiana dell’esposizione. L’influenza della lanterna magica sul cinema d’avanguardia e astratto è il tema di un’apposita sezione che offre anche l’opportunità di conoscere alcune esperienze centrali del cinema sperimentale italiano: fotogrammi dipinti e sequenze video documentano l’opera di importanti artisti come Luigi Veronesi, Cioni Carpi e Paolo Gioli che, abbandonata la macchina da presa, trasformano la superficie del fotogramma in un dipinto; un breve ma significativo excursus che propone altresì l’attività di due interessanti cineasti di oggi – Vincenzo Gioanola e Saul Saguatti – caratterizzati entrambi da una vena ironica e dissacratoria.
Alle passioni dell’anima descritte da Cartesio nel 1649 e raffigurate quasi 20 anni dopo da Charles Le Brun è dedicata l’ultima sala, dove si possono vedere due significative rivisitazioni dell’opera del pittore francese: una serie di preziosi vetri settecenteschi che, all’epoca, proponevano i ritratti di Le Brun per insegnare l’arte della recitazione ai giovani attori e, accanto, il trittico Anima, la video-installazione sulle emozioni primarie dell’uomo creata dall’artista Bill Viola nel 2000.
La mostra è accompagnata da numerose eventi e attività collaterali: una rassegna di spettacoli di lanterna magica realizzati dai più rinomati “lanternisti” di oggi, un ciclo di proiezioni e workshop organizzati dal Museo Nazionale del Cinema e dal Dams dell’Università di Torino sul cinema d’avanguardia e sperimentale di ieri e di oggi, un omaggio al cinema d’animazione italiano contemporaneo, con particolare riferimento alla tecnica della pittura diretta su pellicola. È prevista infine un’ampia proposta di visite guidate e laboratori rivolte alle scuole di ogni ordine e grado.
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Una produzione:
PRIMA DEL CINEMA
Le meravigliose immagini della lanterna magica di Davide Ferrario – trailer
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